sabato 1 settembre 2012

Cronache Cinesi 2012 - L'allenamento.

Considerando il fatto che il mio viaggio in Cina è stato dettato principalmente dalla volontà di andare là ad allenarmi, mi sembra doveroso dedicare un post interamente all'aspetto degli allenamenti.
Vista la diversificazione, giorno per giorno, del programma d'allenamento, quest'anno diventa più complicato raccontare la "giornata tipo" come avevo fatto per la scorsa volta, ma cercherò di essere il più accurata possibile lo stesso.
La prima settimana eravamo solo in 4 (più 2 bambini cinesi diventati, in seguito, 3 con l'arrivo di Long Long, il piccolo demonio), quindi gli allenamenti erano più duri e non sempre veniva rispettato il programma. Mi spiego meglio: il programma era rispettato per la parte riguardante Jibengong, Taolu, Sanda, Qigong, ma non per quella riguardante l'allenamento mattutino che si trasformava sempre in power training senza possibilità d'appello e proprio per questo motivo la lezione serale era sempre snobbata dal Coach che ci lasciava liberi di riposare.
Con l'arrivo degli spagnoli il venerdì della prima settimana le cose sono cambiate ed abbiamo iniziato a seguire il programma più fedelmente. Se la mattina, dalle 5.30 alle 6.30 il programma prevedeva lezione di Taiji, Taiji sarebbe stato e non gradinate della morte. Così come la sera è stata reintrodotta a forza la lezione del dopocena che poteva variare da "allenamento libero" ovvero ripetere e riprovare quello che si era fatto durante la giornata o ciò che più ci sembrava giusto rivedere, oppure lezione di Shue Fa (calligrafia), kung fu book, lezione di cinese, meditazione, discussioni sul Chan (filosofia).
Viste le premesse, la prima settimana è stata mortale.
Mortale perchè eravamo in pochi ed in più il Coach si è focalizzato su i due nuovi arrivati che eravamo io e T.
Abbiamo ripassato i fondamentali fino allo sfinimento "one by one" più  e più volte mentre Jao e Wil ripassavano i Jibengong delle armi delle quali poi avrebbero fatto il Taolu.
Mortale perchè sono arrivata non allenata e quindi è stato difficilissimo mantenere il ritmo. Ho cercato di fare tutto dando il massimo e questo ha portato sì una grande soddisfazione per me, ma anche una quantità indefinibile di acciacchi e dolori muscolari.
Tra l'altro sembrava di essere stati rinchiusi nella stanza dello spirito e del tempo (và che colta citazione da Dragonball!) perchè i giorni sembravano non passare più.
Per amor del vero c'è questo breve aneddoto.
Martedì mi sveglio (non c'era allenamento all'alba secondo il programma) faccio per mettermi i pantaloni della divisa e con sgomento (e in mutande senza pudore) me ne esco con un "ma questi lividazzi sullo stinco da dove cavolo sono usciti??" ci penso un po' e poi "ah, deve essere stata quella volta che nel power training abbiamo sceso le scale in quadrupedia e ho strisciato la gamba sugli scalini", dal fondo della stanza T "quindi...intendi ieri?". Solo il giorno prima? Non potevo crederci. Sarebbe stata una lunga, lunghissima settimana. Ed infatti è stato così. Una settimana interminabile con sempre più dolori tanto che certe mattine doversi alzare dal letto non era un'impresa mentale per via dell'ora quanto un'impresa fisica visto che ogni muscolo urlava di dolore. Braccia, gambe, addominali, spalle, schiena...tutto!
Il primo lunedì è iniziato con il power training mattutino. Sveglia alle 5, vestizione e poi nella zona comune mezzi abbioccati ad aspettare l'arrivo del Coach.
La routine della mattina era sempre questa: aspettare, uscire, saluto appena fuori dalla Scuola. Poi si camminava fino al ponte e lì "little warm up" che consisteva nello scioglimento delle articolazioni. Tutti in fila e si cominciava a correre giù per la discesa che portava verso il Tempio.
Da lì si continuava ancora un po' per finire in una zona dietro al Tempio dove c'erano i malefici gradini. Gradini che scendevamo e salivamo in ogni modo possibile. Essendo veramente in pochi, pur andando uno alla volta, il tempo per poter riprendere fiato era davvero poco e quindi si era sempre in carenza d'aria.
Iniziavamo salendo la scalinata con degli scatti per poi tornare giù a piedi il più velocemente possibile. Si continuava con i balzi (una tortura visto che, un po' per timore di prendere una facciata, un po' per la conformazione dei gradini che erano diversi tra di loro e alti, io li saltavo uno a uno...) e si scendeva in quadrupedia.
Poi si salivano a corsa incrociata. Infine si risalivano velocemente a piedi e ci si spostava in una piazzola per continuare l'allenamento.
Lì si facevano esercizi per i polpacci ovvero tutti in piedi sul bordo di una lastra di pietra orizzontale e si "molleggiava" ("tudei isi, ai gift iu onli 50").
Dopo salti sempre su quella lastra: piede su e bisognava spingersi in alto sia con il destro che con il sinistro per poi tornare nella posizione iniziale. Nemmeno a dirlo fare entrambe le gambe corrispondeva, come conteggio, a 1.
Un momento di relax per riprendere fiato e si scendeva andando davanti al Tempio.
Lì seduti sul bordo del muretto, tenendosi dietro con le mani e avendo le gambe penzoloni tese si facevano gli addominali a portafoglio. Anche qua easy, 50.
Poi il terribile esercizio per le braccia dove sollevandosi sul muretto bisognava spostarsi lateralmente con le mani.
Infine si tornava verso la salita che portava al villaggio ormai speranzosi di aver finito e invece il Coach con aria tutta soddisfatta annunciava quella che è stata rinominata la "reverse duck of the death" ovvero dover camminare a papera all'indietro. In salita. Per un tragitto lungo, lunghissimo. "Dis is gud, after gud mabu".
In qualche modo ci si riusciva a rialzare dalla reverse duck e si camminava (normalmente) fino alla Scuola dove ci si abbandonava sui divanetti della zona comune in attesa della colazione.
Non sempre il power training si svolgeva con queste modalità. Ad esempio quando pioveva o era piovuto la notte prima e, quindi, le scalinate risultavano impraticabili, ci si allenava davanti al Tempio. Si cominciava con una dannata gara a coppie. Il Coach dava il via e bisognava fare il giro da ponte a ponte (e non era un percorso breve, fidatevi). Chi arrivava primo finiva lì, chi arrivava secondo doveva rifare la stessa cosa con gli altri che avevano perso. Se ci si metteva troppo tempo non era da escludere un terzo giro.
Nel caso in cui ve lo stiate domandando, sì, ho fatto anche il terzo giro.
Poi soliti esercizi di polpacci e altre cose davanti al Tempio come correre portando gente in spalla, balzi, papera, carriola e così via.
Finito tutto questo ti accorgevi che erano da poco passate le 6.30. C'era ancora tutta la giornata davanti.
Ma la mattina con la sorpresa più bella è stata quella del primo lunedì che c'erano anche gli spagnoli.
Per poter suddividere il gruppo era arrivato un vecchio allievo di Du che lo avrebbe aiutato.
La mattina ci facciamo trovare tutti in fila davanti alla Scuola e Du presenta il nuovo Coach. Poi se ne esce con "Tudei Damo Cave. Ranning. Uan auar go end bek. Coach Liu cam uit iu. Ai go splip!!".
Il primo pensiero è stato "ah ci sta prendendo in giro", il secondo "forse intende che faremo la strada che porta alla Grotta di Damo per andare alla scalinata più grande visto che siamo in tanti", il terzo "siamo fottuti".
Intendeva davvero la Damo Cave, senza ma e senza se.
Per amor del vero vi metto un paio di foto per farvi capire il perchè della mia profonda demoralizzazione.
questa foto è scattata poco dopo l'uscita della Scuola. Cercate pure la Damo Cave.

Questa è scattata dal ponte. Qua dovrebbe essere più facile individuarla.

Ecco uno zoom sulla statua. La Damo Cave era un pochino più in basso rispetto alla statua. Ma comunque siamo anche saliti fino alla cima, non preoccupatevi.
Va anche detto che una volta arrivati la soddisfazione è tanta. Ma nel mentre con il Coach che ti grida "queria queria!!" (veloce, veloce!) e i tuoi polmoni che stanno esplodendo e non sai più dove trovare l'aria ed i muscoli delle gambe che ti bruciano come non mai non pensi alla soddisfazione dell'arrivare alla meta ma solo a quale delle tante imprecazioni che hai in testa poter dar voce.
Vista dalla Damo Cave

Vista dalla Damo Cave

Damo Cave (l'unica foto che sia stata in grado di scattare..)

La gente che raccoglie pensierini per me lungo la strada...

Più su la Statua di Damo

Vista dalla Statua di Damo

Foto seria di gruppo

Foto "seria" di gruppo

E poi si torna
La colazione era alle 7.30 (e quando andavamo alla Damo Cave, potete giurarci, arrivavamo nemmeno troppo prima e affamati come se non ci fosse un domani), al riso in brodo, pane e verdure seguiva la colazione italiana con biscotti e caffè. I rituali del bagno e alle 8.30 c'era l'allenamento della mattina (mattina intesa quella dopo il sorgere dell'alba naturalmente).
La prima settimana ci siamo sempre allenati nel vicolo davanti alla Scuola.
Il riscaldamento del Coach era più che altro una sorta di gioco. Ci si metteva in fila e il primo partiva correndo, toccava il muro e tornava indietro. Poi doveva fare sasso forbice carta con il seguente della fila, chi vinceva andava in fondo alla fila ad aspettare il suo turno, chi perdeva correva. Quindi in realtà si poteva anche o non correre affatto oppure correre 5/6 volte di seguito (presente!).
Fatti un po' di giri il gioco finiva e seguivano i soliti 50 di polpacci e piegamenti sulle gambe.
Scioglimento articolazioni e stretching per 15/20 minuti dove venivamo lasciati liberi di eseguirli con le nostre tempistiche.
Divisione dei gruppi per il resto degli allenamenti (secondo programma).
Quando facevamo Sanda era diverso. Si portavano fuori le materassine, ci si sedeva in cerchio e si faceva sasso forbice carta per decidere chi sarebbe stato il primo povero sfortunato a doversi trovare in mezzo. Al che partiva la lotta. Chi era seduto in cerchio aveva in mano un colpitore che doveva passare agli altri senza farlo prendere al povero cristo in mezzo. Inutile dire che in tutto questo il possessore del colpitore poteva...bè...colpire la sfortunata vittima.
Prima di essere in tanti questa lotta era fino alla morte. Cioè fino a quando non si riusciva a strappare di mano il colpitore. Quando poi sono arrivati gli spagnoli si è trasformato in una cosa più civile dove sarebbe bastato afferrarlo con entrambe le mani. Fino ad allora ogni volta sembrava di essere i gladiatori nell'arena. L'unica regola era non uccidere, per il resto si poteva fare di tutto. E di tutto abbiamo fatto.
Io ad esempio ero partita con qualche remora, poi dopo 5 minuti che mi giravo e rigiravo come un'idiota ho abbandonato la civiltà trasformandomi una bestia e quindi non mi sono risparmiata nè leve nè piedi in faccia.
Là, piede in faccia e calcio nelle palle con tanto di "molla il fottuto colpitore!"
Gli allenamenti di Sanda erano sempre molto tecnici (e faticosi). Serie di combo con pugni e calci e così via. Molto spesso si finiva a coppie e si facevano 10 minuti di pao ciascuno (che poi erano 20 minuti di fatica totale visto che tenere i pao non è che fosse propriamente una passeggiata...)

Verso le 10 venivamo graziati con 5 minuti di pausa per dissetarci e rilassarci un attimo prima di affrontare l'ultima mezz'ora di allenamento.
Alle 10.30 tutti in fila, si salutava e ci si rilassava prima del pranzo che era alle 11.30
Relax che nella maggior parte dei casi consisteva in stretching per conto nostro e/o sessione di Qigong duro (manate su sacchi di iuta pieni di fagioli di soia, energy brush su braccia, gambe, addominali e schiena).
Stessa modalità per l'allenamento del pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00
18.30 cena.
Quando sono arrivati gli spagnoli, per ovvie questioni logistiche e di spazio, ci siamo trasferiti in quelle che d'ora in avanti saranno chiamate "paludi della tristezza" ovvero degli spazi più o meno pianeggianti spersi nel bosco lì vicino. 5 minuti a piedi su un sentiero per poter arrivare. Oltretutto i primi tempi a noi poveri cristi che le abbiamo sperimentate per primi ci è anche toccato disboscare la zona strappando a mani nude l'erba per cercare di allargare lo spazio utilizzabile.
Ed è proprio nelle paludi della tristezza che il venerdì della prima settimana ci ho lasciato la caviglia destra. Mentre provavo l'action del loto. In un falso piano. Con buche e pietre. Stack! Evviva.
Comunque. Diciamo che le paludi non erano sempre paludi, lo erano quando pioveva e sì, ci siamo andati anche dopo la pioggia collezionando così tanto fango sotto le scarpe che continuavano a svolazzare in giro pezzi di fango ogni volta che facevamo qualcosa. Una pesantezza nei piedi mai provata prima.




Questo quello che accadeva in linea di massima.
Poi gli allenamenti principali erano: Jibengong, Taolu, Qigong duro, Sanda, Qigong morbido, Taiji.
- Jibengong, Si ripassavano le basi (e con basi intendo tutto, dalle posizioni, ai pugni ai calci e così via) più qualche nuovo Jibengong introdotto un po' per farci divertire, ma, soprattutto, per utilità. Come ad esempio quelli che servivano per migliorare la mobilità di anca e busto.
- Taolu. Qua si studiavano le forme.
- Sanda. Tecniche di pugni, calci, proiezioni ecc..
- Qigong morbido. Era solo la mattina del mercoledì (e solo quando sono arrivati gli spagnoli). Esercizi per il risveglio muscolare e respirazione.
- Taiji. Solo il sabato mattina. Esercizi semplici di base dello stile Chen.
- Qigong duro. Esercizi di condizionamento e potenziamento. Non erano volti solo al dover fare delle rotture, erano proprio per fortificare il corpo in quei punti dove potresti venir colpito o con i quali colpirai. Gli allenamenti erano abbastanza massacranti magari non tanto per la parte fisica del dover far qualcosa, ma per la parte di resistenza. Resistenza al dolore naturalmente.
Si cominciava con i sacchi pieni di fagioli di soia e si facevano 5 serie da 50 per mano (1 serie consisteva in palmo, dorso e taglio, quindi 3 colpi), si continuava con gli energy brush su avambraccia, braccia, addominali, gambe, schiena, poi sollevamento di mattoni e varie ed eventuali che il Coach poteva inventarsi. Compreso, ovviamente, la parte finale di balzi lunghi e ritorno in papera.
Mattoni da dover sollevare arrotolando la corda intorno allo stecchetto di legno

Sacchi con fagioli di soia

Energy brush sul braccio

Energy brush sulla gamba

Energy brush sulla schiena

Era difficoltoso anche dover picchiare il compagno
E bene o male questo è quanto.
Giusto per chiarire. Non è che fossimo tutti felici e contenti di doverci alzare alle 5 per fare power training. Anzi..
Ma la soddisfazione una volta finito, quando ti accorgevi di aver fatto quel qualcosa in più rispetto alla volta precedente era incomparabile.
Ciò non toglie che quelle due mattine che siamo svegliati con lo scrosciare della pioggia fuori si è accesa una piccola fiammella di gioia nel sapere che il Coach sarebbe sceso per dirci che "tudei big rein so ui ken rest. maibi tumorrou". Non che la prospettiva dell'indomani ci rendesse felici (visto che comunque ormai eravamo in piedi e vestiti...), ma comunque il poter tornare in stanza e ributtarsi a letto per quel giorno era ok.
Che poi c'erano proprio quelle sere che sapevi che il giorno dopo saresti stato senza forze (vuoi per l'aver fatto tardi vuoi per la stanchezza accumulata) e allora controllavi 5 siti diversi per sapere se sarebbe piovuto o meno.
In ogni caso, il power trining la mattina era quella cosa che ti faceva andare a letto timoroso la sera prima, ti faceva svegliare disperato alle 5, ti rendeva felice ed orgoglioso dopo.
La mia faccia al rientro dopo il primo power training (sorridevo ancora...che illusa!)

Esercizio per le spalle mentre aspettavo il pranzo. Ovviamente qualcuno ha pensato bene di appenderci una pesantissima maglietta sudata.

Allenamento dietro al Tempio

Allenamento dietro al Tempio

Allenamento dietro al Tempio

14 commenti:

  1. beh, la mia unica domanda (visto che cmq ti ho già chiesto quasi tutto ieri...) è: cos'è il pao?

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    1. ma davvero quello che scrivo è così poco chiaro ad esterni? °_°
      il pao è un colpitore uno di quelli massicci dove tiri pugni e calci :)

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    2. beh io sono particolarmente ignorante :P

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    3. ahahah no non è vero...però è utile saperlo perchè magari scrivo e dò per scontate troppe cose...

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    4. Ma perché gli hai tirato un calcio nelle palle? :-))))

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  2. Do you kicked the poor guy in the balls?! =s

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    1. Yep...and in the face. There were no rules in the game (just don't kill anyone) and I have to take the damn hitter U_U
      But don't worry...he's still alive and with his balls :D

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  3. was it a real hit to the groin?
    I have to take a self defense class for summer credit.

    I got hit in the balls once, because i was in a self defense class and basically this one stupid young girl thought it would be funny because i blocked her elbow move that we were practicing and she took her fist and swung it into my balls. I fell down holding myself, and all the girls in the class were laughing, even my self defense couldn't stop herself from laughing. it was an all girls class and it was very humiliating. and as i walked out at the end of class, the teacher giggled when i said bye. i have to go back next week, i feel so embarrassed what should i do? any advice, since your a martial arts person.

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    1. gees guys calm down....it was a game I "hit" him in the balls but it wasn't a real hit, it was like a push without harming...I'm not so stupid or cruel!
      he didn't even notice the fact in the end...


      as for you...sorry but if even the "teacher" laughed so you totally picked up a class of idiots. During the training one can finish with scratches or whatever and sometimes injuries happens but not just for fun.
      if you really need that class try to find another one...one where the teacher is a person with values and not a person that buy a sort of diploma in just one weekend stage..please...
      I'm totally sure that that person doesn't know nothing about what's teaching..

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    2. So should I just ignore them? I still have six classes left. ughh, I think I should drop it like you say. but my time would be wasted. a lot of girls in that class think its funny hit slap whatever. just last week kick me in the balls. and other week before, this stupid girl slaps me in the face. I know its a self defense class, but i hate it. i don't know its just not right. I already skipped 2 classes, if I skip more than 3 I get fail in the class. Do you think you can talk to my teacher? please, I give you her email. and obviously your an expert at all this fighting stuff. tell her the right way to proceed. if you don't want i understand.

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    3. Man...give me your e-mail I think it's better for you talk about this in private

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    4. So you just warned him putting your foot on his balls?

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