mercoledì 29 agosto 2012

When laowai turns into family.

Sono due giorni che cerco di riordinare i pensieri per dar vita a questo post che ha, come unico scopo, quello di riassumere in qualche modo l'esperienza cinese di quest'anno.
Gli episodi particolari credo che li narrerò singolarmente in altri post dedicati un po' come ho fatto lo scorso anno.
Non è facile e non è che ora io abbia davvero le idee chiare su come sviluppare questi pensieri.
Ma partiamo dall'inizio.
L'inizio vero e proprio di questa esperienza parte dallo scorso anno. Parte dall'altro viaggio. Quello che mi aveva portato per la prima volta in Cina e rivelato il mondo che avevo aspettato di vedere per anni.
L'anno scorso ero tornata entusiasta, motivata, felice, stupita, disincantata, ma, soprattutto, con una grande voglia di riorganizzare tutto e ritornare in Cina.
Adesso, con il senno di poi e con questo nuovo viaggio alle spalle, posso affermare che molte cose dello scorso anno io le abbia vissute forse un po' troppo con l'entusiasmo della "prima volta". Attenzione, non sto dicendo, in alcun modo, di volermi rimangiare le parole scritte e dette sulla Cina 2011, assolutamente. Sto dicendo che l'esperienza di quest'anno è semplicemente stata migliore.
Più consapevole nell'organizzazione, più "sudata" per quanto riguarda l'aspetto economico del viaggio, e, di conseguenza, più soddisfacente poi quando si sono visti i risultati di mesi passati a lavorare e non dormire per poter pagare viaggio e permanenza, più vissuta sotto ogni aspetto.
Quest'anno il viaggio verso Dengfeng è stato una sorta di martirio. Favoriti dall'orario di arrivo dell'aereo a Pechino abbiamo deciso di non passare una giornata in città ma di andare direttamente in stazione a prendere il treno per Zhengzhou. Siamo partiti venerdì 27 luglio alle 9 della mattina e siamo arrivati a Dengfeng sabato 28 alle 10 circa di sera. Abbiamo risparmiato un giorno ma è stato devastante.
Nonostante questo siamo riusciti a goderci la domenica in quanto giorno di riposo settimanale e quindi ad andare in città per qualche indispensabile compera di magliette da allenamento delle quali eravamo sprovvisti.
Quindi lunedì vero e proprio primo giorno di allenamento con tanto di power training la mattina alle 5.30.
Credo che parlerò nello specifico degli allenamenti in un post dedicato, quindi non starò qua a spiegarvi le fasi della carneficina mattutina. Prendete, almeno per ora, come dato di fatto che si trattasse di un massacro.
La prima settimana è passata lentamente. Molto lentamente. Martedì, visti i vari lividi e dolori muscolari, pensavo di essere lì da almeno una settimana, per poi realizzare di essere solo al secondo giorno.
Ed è andata avanti così fino al sabato, quando, con un certo sollievo, dopo pranzo iniziava la fase di "rest".
I primi giorni sono stati terribili. A livello fisico e mentale.
Fisico perchè ogni giorno aumentavano i muscoli indolenziti e doloranti, mentale perchè mi sono sentita come una bambina appena arrivata e incapace di far qualsiasi cosa. Tutto stravolto, anche e soprattutto, le basi. Quindi imparavi a dover ricominciare dall'inizio.
Ma anche di questo credo di poter parlare più avanti.
Guardiamo gli aspetti importanti che hanno reso questo viaggio migliore.
Andando in ordine rigorosamente casuale.

1- La location.
Sebbene non è che m'interessasse molto ritrovarmi o meno nelle condizioni al limite dell'umano dello scorso anno, ammetto di aver apprezzato particolarmente l'evoluzione della struttura nella quale siamo andati. Con questo non voglio dire che le cose fossero perfettamente a norma secondo gli standard occidentali, voglio semplicemente dire che quest'anno, almeno, non era necessario fare attenzione ad ogni singolo movimento per evitare di beccarsi qualche strana malattia.
Io mi sono ritrovata in una stanza da 4 (in origine da 3) con altri 3 ragazzi della Scuola di Milano. In realtà non sarebbe stato per nulla imbarazzante come fatto se non fosse per il bagno. Il fatto di avere un bagno in stanza già dovrebbe rendere una persona felice (niente latrine, doccia in camera etc..), ma le pareti di questo bagno erano in vetro. Trasparente. Con delle tendine sottilissime e inutili. Quindi dalla stanza si vedeva perfettamente dentro al bagno e viceversa. L'unica soluzione è stata quella di tenere accesa la luce della stanza e spenta quella del bagno.
La stanza vista da DENTRO al bagno. Quelle "interferenze" nell'immagine sono le righine della tenda.
Per quanto riguarda la stanza non c'è molto altro da dire. Sì l'umidità è stata un po' un problema fino a quando non siamo riusciti ad ottenere il telecomando del potere (cioè quello del condizionatore) perchè umido il tempo, bagno in stanza, gente sudata e vestiti sudati in stanza non aiutavano di sicuro a vivere in un ambiente asciutto, pulito e profumato.
Ci siamo adattati con il solito filo da stendere che attraversava tutta la stanza e sul quale appoggiavamo i vestiti che avremmo dovuto mettere la mattina e cose del genere.
Visione dal mio letto sulla macchia d'umido.

Il bagno del disagio (o porno bagno)

Visione della stanza appena fuori dal bagno

Visione della stanza dal fondo (notare le pareti del bagno)
Bestia che abbiamo trovato una sera sul condizionatore. Tempo per debellarla (con 3 uomini in stanza) 15 minuti.
Il resto della Scuola era molto carino. C'era una zona in comune al piano terra con divanetti, distributore d'acqua, tabella degli allenamenti. Al primo piano, fuori dalle stanze, c'era la zona per fare Shue Fa (calligrafia) o quella che il Coach chiamava "kung fu book" ovvero teoria. Fuori c'erano la cucina e il tavolo dove mangiavamo tutti insieme Coach compreso. Salendo le scale c'era la terrazzina dotata di un paio di tavolini e panchine per rilassarsi e i fili per stendere il bucato. La "lavatrice" si trovava nella disastrata stanza delle bestie bambini.
Tabella degli allenamenti.

Tavolo dove mangiavamo.

Tra il tavolo e l'entrata nella zona comune.

Cortiletto con strumenti di tortura quali elastici, energy brush, secchi etc..

Zona comune

La dispensa dove c'erano anche le materassine per il Sanda

L'entrata della cucina

Guantoni, pao, armi proprio dietro al tavolo.

Muro con armi
Rispetto allo scorso anno questa volta eravamo in un luogo molto più tranquillo. Il villaggio (Wangzhigou) si trova esattamente dentro tutta la zona dove ci sono il Tempio Shaolin e la Foresta delle Pagode. In più tutto il villaggio è praticamente formato da piccole Scuole e un paio di bar, nient'altro. Situato un po' più in alto rispetto al Tempio è una zona tranquillissima senza caos o turisti. Gli unici stranieri presenti lì sono altre persone che sono venute per allenarsi. Quindi sotto ogni aspetto era molto più facile restare concentrati solo sugli allenamenti, lontani dal caos cittadino e dagli schiamazzi. Ma soprattutto paesaggisticamente era meraviglioso. Circondato dalle montagne, con queste case vecchio stile (anche se con i condizionatori) e popolato da personaggi strani come ad esempio il simpatico vecchietto che passava la sua giornata nei pressi di un ristorante con la barba bianca e lunga e vestito in modi improbabili che si rivelava poi un drago quando gli veniva chiesto di fare qualche posa o forma.
Villaggio. Dall'altra parte del fiume.

Villaggio. Dall'altra parte del fiume.

Il simpatico vecchietto che passeggia davanti a una delle tante scuole.

Fuori dall'entrata della Scuola.

Tramonto

Una rara giornata limpida mentre torniamo dalle paludi della tristezza.

Ristorante + baretto

Verso la Scuola
2- Gli Allenamenti.
Qualche breve parola sugli allenamenti che spiegherò meglio un'altra volta.
Rispetto allo scorso anno questa volta le ore di allenamento andavano dalle 5 alle 6 ore al giorno a seconda che ci fosse o meno la lezione della mattina presto.
5 o 6 ore che però erano più che sufficienti per stenderci tutti. Tanto per cominciare non potevamo non farle (problemi o indisposizioni a parte ovviamente). Mentre lo scorso anno bastava semplicemente restare in stanza e non fare, quest'anno il Coach chiedeva perchè qualcuno non fosse presente o in ritardo. Questo ha comportato un maggior rigore in tutte le cose specialmente per quanto riguarda il rispetto degli orari e così via (che immaginatevi, poi, la mattina presto quanto fosse complicato essere puntuali quando avevamo un bagno in 4).
Ad ogni modo, come potete vedere dalla tabella qualche foto più su, il programma d'allenamento era completo. Preparazione fisica, basi, forme, combattimento, condizionamento, Qigong morbido, Taiji e così via. Lo scorso anno non era per niente così ben strutturato. Ogni giorno si seguiva sempre la solita routine senza variare mai, sempre uguale per ogni allenamento e per ogni giorno. Quindi era molto meno completa.

3- "Casa familia"
Così Jackie chiamava la situazione che si veniva a creare all'interno della Scuola. Ed effettivamente aveva perfettamente ragione. Quando eravamo in pochi si sentiva molto di più, ma anche con l'arrivo degli spagnoli la situazione non è cambiata poi molto.
Noi della stanza vivevamo insieme tutto il giorno, e anche con il Coach è venuto a formarsi un rapporto che lo scorso anno non avevamo mai contemplato. Ad ogni pasto si sedeva al tavolo con noi e si parlava. Con le difficoltà linguistiche di un inglese povero di vocabolario e dalla grammatica inesistente, ma ci capivamo benissimo. Specialmente quando anche noi abbiamo iniziato a parlare come lui.
Gli argomenti spaziavano dalle parti più scherzose con battute e prese in giro, a quelli più seri riguardanti la pratica piuttosto che alcuni aneddoti cinesi o i racconti della carriera del Coach.
Inoltre c'era modo di avere a che fare anche con i bambini che sedevano al tavolo con noi.
Davvero. Quest'anno è stato facile sperimentare il concetto di famiglia. Stringendo amicizia anche con il cuoco che era un personaggio quasi surreale e simpaticissimo.
Magari dopo pranzo, durante la preparazione del caffè, il Coach ci faceva vedere foto e video suoi o dei suoi vecchi allievi e così via. Lo scorso anno tutto questo non c'era e adesso posso affermare come sia stata una grandissima perdita.
E in linea generale questa situazione influiva poi su molte cose come le abitudini giornaliere ma anche sulla parte più confidenziale. Tu sapevi di poter ridere e scherzare con il Coach al di fuori degli allenamenti, ma poi quando c'era da sudare si sudava non è che facesse (o chiedessimo) degli sconti.

4- Cibo.
Quest'anno sul cibo ci sono davvero poche lamentele da fare. Prima di tutto perchè tra tutti siamo partiti con delle scorte che se ci avessero fermato in dogana non saremmo mai più usciti dall'aeroporto. Io ad esempio avevo un quantitativo tale di scatolette di tonno/simmenthal/ragù da poterci vivere per 20 giorni mangiandole sia a pranzo che a cena. Gli altri sono arrivati con altro tonno, altri sughi, altra simmenthal, barrette di cioccolato, nutella, biscotti, taralli, marmellata fatta in casa e così via. Ed ovviamente non dimentichiamoci del caffè e della mia fantastica moka da 1 che sfornava a botta caffè per 7.
Il cibo alla Scuola, invece, era...bè, era buono.
Tanto per cominciare variava ad ogni pasto. Ed era preparato fresco ogni volta. Già questo sarebbe bastato. In più era onestamente buono.
La mattina c'erano la zuppa di riso, il mento (il pane cinese) e a variare le vaschette con le verdure (quasi sempre una con pomodori e uova e le altre cambiavano di tanto in tanto con diverse tipologie di verdura). A pranzo riso (riso fresco ogni volta!!) e le vaschette con verdure. Anche lì variavano più o meno sempre. Il giorno che sono comparse le patate con zampe di gallina ci siamo avventati sulla vaschetta come delle bestie. Dopo due settimane abbiamo aperto le scatolette di tonno. Tra l'altro ancora mi chiedo che fine facesse il resto della gallina visto che nella vaschetta c'erano le zampe ed altri pezzi pieni di ossa.
La sera, invece, noodles. O in brodo o asciutti ma sempre noodles. In genere veniva riversato dentro il miscuglio delle verdure avanzate durante il pranzo più qualche aggiunta.
Ed infine...udite udite...sia a pranzo che a cena c'erano le fette di anguria!
Un lusso che lo scorso anno non avevamo e del quale, in realtà, non avremmo usufruito per paura di mangiare cose non proprio fresche.
Le nostre scorte di cibo, quindi, erano più che altro un plus a quel che già ci trovavamo in tavola e giusto per avere un po' di sapore italiano nel cibo che non guasta mai. A dirla tutta ogni tanto partivano di quei miscugli improbabili (ad esempio pesto tonno e simmenthal) ed il commento era "buonissimo" che se ce l'avessero proprosto in Italia avremmo guardato il tutto con espressioni schifate...ma lì il concetto di "buono" cambia radicalmente.
Moka + fornelletto elettrico

Noodles

Cerimonia del caffè

Cibo trovato una domenica a pranzo. Ce li hanno venduti come "gamberetti" certo...che strisciano..


5- Spostarsi, vivere, osservare.
Andare in città, quest'anno, non era affatto una cosa semplice. Prima di tutto dovevamo arrivare dal villaggio al Tempio e da lì o prendere la navetta fino all'entrata della struttura o andare a piedi (mai meno di 20 minuti di camminata). Una volta usciti o taxi o bus fino a Dengfeng (15 km).
A questo punto direi che risulti abbastanza ovvio il perchè si decidesse di andare in città soltanto durante il fine settimana.
Del resto tra la fine dell'allenamento mattutino e quello pomeridiano c'erano 5 ore di scarto (4 se avessimo deciso di pranzare alla Scuola), ma eravamo sempre talmente stanchi da non aver assolutamente voglia di fare la tirata fino in città. Che poi, onestamente parlando, nessuno aveva davvero il bisogno di andare là. Mangiare si mangiava decentemente, avevamo le nostre scorte di cibo, la bibita o il gelato potevamo prenderli al bar. Perchè andare in città?
Ovviamente questo non valeva per i fine settimana che erano sacri ed inviolabili per 2 motivi: il primo era il cibo al ristorante la sera e la focaccina per strada al pomeriggio, il secondo i massaggi.
Quindi ci si armava di zaini per gli acquisti e si partiva.
In un anno Dengfeng è cambiata moltissimo. Un amico che ha passato lì moltissimo tempo già lo scorso anno parlava di questi cambiamenti e quest'anno ha definito il tutto "degrado morale per l'inevitabile passaggio del progresso". Nel sentire quest'espressione ho realizzato come calzasse a pennello ai cambiamenti visti in città. Alcune cose magari sono migliorate (ad esempio il fatto che i tassisti usassero molte volte il tassametro cosa mai successa lo scorso anno), ma su molti altri aspetti di certo non posso dire le stesse cose.
La vecchia Scuola ne è un esempio.
Assunto da molti mesi il fatto che sarebbe comunque stata chiusa, passarci davanti e vederla abbandonata mi ha un po' stretto il cuore sebbene sia stata lì per sole 3 settimane. Ma il punto principale non è questo. Il punto è non sapere che fine han fatto i ragazzini lì dentro e le altre persone che c'erano. Ad esempio i cuochi o gli altri Coach.
Ma quel che mi ha lasciato basita è stato vedere come da quella parte della strada avessero fatto tabula rasa di tutto. In piedi erano rimasti il bordello, la Scuola (sebbene sul muro fosse stata stampata una scritta riguardante la sua prossima demolizione) e un ristorante. Tutto il resto è stato raso al suolo. Motivo? Devono allargare la strada per far fronte al crescente traffico della città. E quando dico raso al suolo tutto intendo proprio quello. Per tutta la strada fino alla piazza principale non c'era più nulla in piedi. Solo cumuli di macerie.
Onestamente mi ha fatto un po' effetto.
Ed è così in tutta la città che è pervasa da case parzialmente distrutte (perchè lì il pensiero è "faccio prima a buttare giù e ricostruire piuttosto che aggiustare"), lavori per strada e cambiamenti nei comportamenti delle persone che tendono a fidarsi forse un po' meno di noi laowai, di noi stranieri, magari anche per quelle che Jackie ha identificato come telecamere del governo piazzate un po' ovunque in città e nella zona del Tempio per controllare i passaggi di persone ecc...
Ovviamente non è che io possa dire di aver visto altri giganteschi cambiamenti ma sono convinta che al massimo tra 5 anni la città sarà completamente diversa. Come non saprei dirlo, ma sicuramente diversa.
Poi chiaramente restano ancora gli angoli "tipici" che sono quelli fuori dal traffico delle vie principali, quelli delle stradine nascoste o dei palazzi dove ci siamo infilati per vedere un aspetto meno turistico e più vero. E sono proprio questi vicoli che fanno capire come il progresso stia toccando solo certi aspetti (almeno per adesso) mentre altri restino immutati.
Non sono certa di voler vedere come andrà a finire questa evoluzione.
Vista della strada principale dal tetto di un palazzo.

Vista della strada principale dal tetto di un palazzo.

Il porcaro è stato sostituito da questa cosa qua.

La vecchia scuola abbandonata.

La vecchia scuola abbandonata.

Cortile interno della vecchia scuola (foto buia perchè non potevamo usare il flash. Non saremmo nemmeno potuti entrare a dire il vero)

Dimostrazione della poca genialità cinese nel mettere un lucchetto ad una porta che bastava sollevare per aprirla. Asians...

Foto stupida davanti alla Scuola (anche per dissimulare lo scasso di prima)

Viuzze di Dengfeng

Entrata di un palazzo





E con questo direi che i punti riassuntivi principali siano stati, bene o male, toccati. Spero che questo post non abbia sortito gli stessi effetti di quelli dello scorso anno che magari hanno un po' scoraggiato le persone a voler intraprendere un viaggio in Cina.
Posso assicurare che riuscire ad adattarsi lì non sia affatto impossibile. Poi chiaramente dopo lo scorso anno credo che mi sarei adattata comunque a qualsiasi cosa, ma il punto resta sempre quello: se veramente si vuol andare, provare l'esperienza, allenarsi non c'è fattore avverso che tenga.
Poi una volta lì è facile entrare nella routine quotidiana adattandosi ad orari, ritmi e quant'altro.
La veloce evoluzione della perdita di pudore è stata:
- sabato: ragazzi scusate dovrei cambiarmi potreste uscire?
- domenica: mi cambio senza problemi con loro in stanza
- lunedì: conversazione tranquilla mentre mi docciavo
- martedì: iniziano gli annunci per prendere posto in fila per il bagno per andare ad espletare le proprie funzioni corporali
- da mercoledì in poi: gente che entra in bagno a lavarsi i denti mentre altri fanno la doccia, persone che compaiono davanti alla porta del bagno non essendosi accorte che ci fosse qualcuno dentro, massaggi con olio al guaranà, gente che gira in mutande, persone che fanno scherzi da dentro al bagno e così via.
La verità è che vivevamo come le bestie ma questo ve lo racconterò poi.
Vorrei concludere questa breve carrellata di cose che, ovviamente, non rendono affatto giustizia al viaggio e all'esperienza con qualche piccola considerazione generale.
Molte persone pensavano (o speravano) che questo viaggio mi avrebbe fatta stufare della Cina, che nella mia testa e nei miei progetti sarebbe stato l'ultimo.
La verità è che la mia voglia di tornare è cresciuta a dismisura. la verità è che mi sono legata ancora di più a quel paese. Ma non a tutto. Solo a quello della realtà della Scuola e, in qualche modo, di Dengfeng. Ho anche fatto la turista a Pechino per 3 giorni. Ed è bella, ha posti, vie e parchi meravigliosi. Ma non è Dengfeng. Non saprei come spiegarlo per bene, ma Pechino è troppo "occidentale", è troppo metropoli. Credo che in un certo senso sia meno vera. Più moderna, ma non quello che io cerco.
Del resto tornerei in Cina per allenarmi non di sicuro per far altro. Pur essendo consapevole di perdermi molte cose perchè, ovviamente, ci sarebbero altri luoghi meravigliosi da andare a visitare, altre cose da vedere e scoprire. Ad esempio vedere le abitudini della parte della Cina vicino alla Mongolia piuttosto che quella vicino ai paesi del medio oriente.
Ma, sarò sincera, non sono interessata. Potrà sembrare un'affermazione stupida o ignorante, ma non sono affatto interessata. Finchè ci sarà la possibilità (fisica, economica ecc) di poter godere di questo aspetto prima che venga travolto dal progresso o da chi/cosa per lui vorrei davvero poter tornare e rivivere questi momenti.
E no, non sono parole dettate dal fatto che io sia ritornata da poco, perchè so già che se me lo doveste richiedere a dicembre la mia risposta sarebbe, esattamente come è successo lo scorso anno, la stessa di adesso.
L'esperienza di quest'anno è stata illuminante e gratificante sotto moltissimi aspetti. E non m'importa di essere vista come l'incapace laowai che tenta di far qualcosa che non le appartiene per cultura, perchè quel che non mi è stato dato dalla tradizione o da anni di allenamenti intensivi posso tirarlo fuori dalla volontà e dalla passione. Non sarà mai eguale, ma sarà sufficiente per me.
Il Coach lo ripeteva sempre (versione tradotta e comprensibile) "io non vi dico che siete bravi quando non è vero, vi dico dove non andate bene" e da lì ci si allenava per migliorare quegli aspetti (praticamente tutto), ci s'impegnava di più ogni volta, si ripetevano i movimenti ancora e ancora.
Quando pensi di non poter fare meglio "You must insist", quando pensi di non farcela più devi cercare dentro di te la forza per fare quel qualcosa in più "Heart street", non ottieni niente senza impegno e senza fatica "No pain, no gain".
La Cina quest'anno mi ha di nuovo regalato qualcosa d'inaspettato. Mi ha regalato un nuovo modo di vedere e affrontare la Pratica, con ancora più consapevolezza, anche di aspetti che prima non avevo considerato. Mi ha regalato il coraggio di superare molte incertezze e paure.
Mi ha regalato l'obiettivo per il prossimo anno che è tornare, per questo che è migliorare, per me che è insistere.

Foto di gruppo alla Scuola

"Kung fu foto" alla Foresta delle Pagode

"Kung fu foto" alla Foresta delle Pagode

"Kung fu foto" alla Foresta delle Pagode

L'alba sul sentiero verso il Tempio

L'alba sul sentiero verso il Tempio

"Kung fu foto" davanti al Tempio

Coach Du

Vista dalla zona di allenamento dietro al Tempio

Dall'alto della "Damo Cave". Sì quella stradina l'abbiamo fatta la mattina correndo.

Foto del gruppone davanti alla Scuola

Io VS Cuoco dentro alla cucina.

Shaolin idiots dentro al Tempio

Ultimo giorno. Foto con le mie fedeli armi nella Scuola

Vista della zona del Tempio da quella che forse sarà la nuova Scuola