mercoledì 9 dicembre 2015

Facciamoci conoscere.

Dal momento che io sono io nonostante questa decisione di muovermi oltreoceano, non potevo esimermi dal combinarne una delle mie.
La scorsa settimana, mentre mi preparavo per recarmi a scuola (oh sì, avete letto bene...a scuola...corso intensivo di francese, ma di questo parleremo un'altra volta) ho meticolosamente controllato le temperature (abitudine che sembra essere vitale da queste parti) dopodiché sono uscita di casa tutta baldanzosa e felice perché eravamo ben a 0 gradi e senza un fiocco di neve all'orizzonte.
Povera stolta.
Nelle mie converse imbottite che ancora ancora mi salvano dal freddo ho imboccato la strada verso la fermata del bus con il solito passo spedito da milanese imbruttita.
Niente neve. Non piove. Si sopravvive anche con le mani fuori dalle tasche. Cosa mai potrà andare storto?
Nulla. Solo che ho avuto un incontro intimo con il cosiddetto "black ice". Perché il maledetto non lo vedi. Non ricopre tutto il ciglio della strada e il marciapiede con una bella lastra opaca visibile. No, il maledetto si mimetizza, è tipo inglobato all'asfalto, non lo vedi fino a quando non ci metti un piede sopra e poi vedi quel piede davanti alla tua faccia e allora lì realizzi che sei finita su una lastra di ghiaccio e che stai cadendo come un'idiota.
Meno male che anni di allenamenti mi hanno insegnato a cadere in modo tale da salvare le apparenze e, possibilmente, ridurre al minimo qualsivoglia danno.
La mia gioia nell'essere riuscita ad ammortizzare la caduta si è vaporizzata nel momento in cui ho realizzato che, comunque, ero ancora sulla lastra di ghiaccio e che, nonostante tutta la mia buona volontà, ovunque io cercassi un punto di appoggio finivo comunque cercando di non sbattere la faccia per terra scivolando un'altra volta.
Da brava italiana D.O.C. quale sono ho snocciolato una serie d'imprecazioni degna di qualsiasi scaricatore di porto veterano del mestiere e qualche santo del calendario così da non farci mancare nulla.
Poi sono scivolata fino al bordo della lastra che, per la cronaca, era in mezzo alla strada, mi sono rialzata, ho chiamato a me qualche altro santo, e ho ripreso a camminare calcolando ogni passo come se ne andasse della mia vita. Cosa non troppo distante dalla realtà perché altrimenti mi sarebbero venuti a raccogliere ad aprile in primavera.
Voilà!

4 commenti:

  1. 'spetta... una si distrae un attimo e tu te ne vai in Canada?!?
    Ti faccio i migliori auguri per questa tua nuova avventura e nel frattempo ti comunico che - anche se so che non bisognerebbe ridere delle disgrazie altrui - hai descritto talmente bene la tua caduta ed il relativo rosario d'improperi che proprio non sono riuscita a trattenermi: un LOL ti raggiunga dall'altra parte dell'oceano, insieme però ad un CALDO abbraccio made in Italy.

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    1. uhm...ops...sì in effetti non ho avvertito con il dovuto anticipo, lo ammetto.
      Non ti preoccupare...ridere per questa cosa qua è non solo lecito, ma anche necessario ;)
      accolgo sia il "lol" che il caldo abbraccio :)
      spero che le cose lì vadano bene :)

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