lunedì 23 dicembre 2013
sabato 14 dicembre 2013
In evento...
Giustamente in evento fuoriescono le migliori chicche in assoluto per quanto riguarda le metodologie per fermare la gente.
Alcuni esempi:
1- "signora salve! stiamo raccogliendo le firme per il progetto per il perfezionamento dell'uomo, ci dà una mano anche lei vero?"
"grazie ho già fatto"
"ah bè...meno male signora...quindi concorda con la fusione di Adam e Lilith per causare il third impact?"
"come?"
"no dicevo conosce Save The Children sì?"
2- "signora guardi le dò 5€ se si porta via il mio collega" (e ridono...non è divertente!)
3- "signora il mio collega lo abbiamo preso per strada...vede il banner? Ecco lo abbiamo tagliato ma dall'altra parte del rubinetto c'era lui che beveva insieme al bimbo...comunque, conosce STC vero?"
Alcuni esempi:
1- "signora salve! stiamo raccogliendo le firme per il progetto per il perfezionamento dell'uomo, ci dà una mano anche lei vero?"
"grazie ho già fatto"
"ah bè...meno male signora...quindi concorda con la fusione di Adam e Lilith per causare il third impact?"
"come?"
"no dicevo conosce Save The Children sì?"
2- "signora guardi le dò 5€ se si porta via il mio collega" (e ridono...non è divertente!)
3- "signora il mio collega lo abbiamo preso per strada...vede il banner? Ecco lo abbiamo tagliato ma dall'altra parte del rubinetto c'era lui che beveva insieme al bimbo...comunque, conosce STC vero?"
mercoledì 11 dicembre 2013
C.U e N.Q.
Mi pare doveroso inaugurare una nuova etichetta che raccolga tutti i personaggi meravigliosi (?) che incontrerò e che ho già incontrato con il nuovo lavoro.
La spiegazione non richiede grandi panegirici:
C.U. sta per Casi Umani. Raccoglie tutte le persone che, per dirla semplicemente, proprio "non ce la possono fare". Sono quelli che sbroccano, quelli che s'inventano protettori del mondo e portatori delle altrui volontà, quelli che ti attaccano bottone con il solo scopo di farti dei pipponi infiniti su argomenti puramente casuali. Sono semplicemente adorabili.
N.Q. sta per Non Qualificati. Generalmente questa categoria dovrebbe comprendere le persone non adatte per le adesioni (vuoi per un motivo o per l'altro), ma spesso sfocia in meravigliosi casi dove non puoi ancora andarli a definire Casi Umani, ma ci vanno vicino.
La categoria migliore è, ovviamente, quella dell'N.Q. C.U. ovvero la gente che ha così poco da fare nella vita se non andare ad impezzare la gente....e noi dialogatori siamo le vittime predestinate preferite.
La spiegazione non richiede grandi panegirici:
C.U. sta per Casi Umani. Raccoglie tutte le persone che, per dirla semplicemente, proprio "non ce la possono fare". Sono quelli che sbroccano, quelli che s'inventano protettori del mondo e portatori delle altrui volontà, quelli che ti attaccano bottone con il solo scopo di farti dei pipponi infiniti su argomenti puramente casuali. Sono semplicemente adorabili.
N.Q. sta per Non Qualificati. Generalmente questa categoria dovrebbe comprendere le persone non adatte per le adesioni (vuoi per un motivo o per l'altro), ma spesso sfocia in meravigliosi casi dove non puoi ancora andarli a definire Casi Umani, ma ci vanno vicino.
La categoria migliore è, ovviamente, quella dell'N.Q. C.U. ovvero la gente che ha così poco da fare nella vita se non andare ad impezzare la gente....e noi dialogatori siamo le vittime predestinate preferite.
mercoledì 4 dicembre 2013
Comunicazione di servizio.
Giusto perchè è da un po' che non scrivo nulla sebbene abbia ancora molte cose da raccontare nei post sulle cronache cinesi, volevo aggiornare brevemente per spiegare la mia assenza.
Ad inizio novembre ho iniziato un nuovo lavoro.
Sottolineerei il concetto UNO e non 3 come al solito. Il che già direi che potrebbe essere qualcosa di positivo no?
Ora vi chiederete "ma Serena che bello, che cosa fai?"
Il termine corretto per definire il mio lavoro è "dialogatrice" e lo faccio per Save the Children.
Tradotto vuol dire che vado in giro a fare il porta a porta e gli eventi.
No, non fate quelle espressioni schifate.
Credo che questo ruolo sia ampliamente sottovalutato. Prima di tutto è il genere di lavoro, in particolar modo grazie ad Appco, dove più ti sbatti più guadagni e, di conseguenza, cresci. Cresci nei ruoli e nelle responsabilità con delle promozioni che non è il tuo capo a darti ma sei tu a prendertele di diritto. Mi sembra già una bella cosa no?
Inoltre farlo per Save the Children mi rende anche orgogliosa di andare a rompere le palle alla gente alle 8 di sera suonando alle porte di casa.
Sinceramente, visto quello che ho guadagnato a novembre grazie a questo lavoro, pur essendo solo il primo mese ovvero quello dove impari a farlo...bè...come dire...ma andiamo a suonarli sti campanelli!
Per spiegarlo meglio ci sarebbero tanti altri aspetti da discutere, ovviamente, ma fidatevi del fatto che ora come ora sono felice di alzarmi la mattina per andare in ufficio a fare formazione e a parlare con i colleghi, sono felice di tornare a casa mai prima delle 22 e di ricominciare il giorno dopo.
Nonostante i casi umani (che andranno a rimpinguare un po' i racconti delle assurdità che la gente dice in giro), nonostante le persone che ti mandano a quel paese, nonostante i maleducati per natura.
Onestamente, lavoro un botto di ore, mi sbatto tantissimo, ma più lo faccio più ne traggo soddisfazione.
Ho ancora voglia di andare ogni giorno a suonare a 180 porte? Sì. Decisamente sì!
E poi scusate...dove lo trovo un altro ufficio che quando mettono la chiavetta nella macchinetta del caffè sul display compare come cifra 99,80€? :)
Ad inizio novembre ho iniziato un nuovo lavoro.
Sottolineerei il concetto UNO e non 3 come al solito. Il che già direi che potrebbe essere qualcosa di positivo no?
Ora vi chiederete "ma Serena che bello, che cosa fai?"
Il termine corretto per definire il mio lavoro è "dialogatrice" e lo faccio per Save the Children.
Tradotto vuol dire che vado in giro a fare il porta a porta e gli eventi.
No, non fate quelle espressioni schifate.
Credo che questo ruolo sia ampliamente sottovalutato. Prima di tutto è il genere di lavoro, in particolar modo grazie ad Appco, dove più ti sbatti più guadagni e, di conseguenza, cresci. Cresci nei ruoli e nelle responsabilità con delle promozioni che non è il tuo capo a darti ma sei tu a prendertele di diritto. Mi sembra già una bella cosa no?
Inoltre farlo per Save the Children mi rende anche orgogliosa di andare a rompere le palle alla gente alle 8 di sera suonando alle porte di casa.
Sinceramente, visto quello che ho guadagnato a novembre grazie a questo lavoro, pur essendo solo il primo mese ovvero quello dove impari a farlo...bè...come dire...ma andiamo a suonarli sti campanelli!
Per spiegarlo meglio ci sarebbero tanti altri aspetti da discutere, ovviamente, ma fidatevi del fatto che ora come ora sono felice di alzarmi la mattina per andare in ufficio a fare formazione e a parlare con i colleghi, sono felice di tornare a casa mai prima delle 22 e di ricominciare il giorno dopo.
Nonostante i casi umani (che andranno a rimpinguare un po' i racconti delle assurdità che la gente dice in giro), nonostante le persone che ti mandano a quel paese, nonostante i maleducati per natura.
Onestamente, lavoro un botto di ore, mi sbatto tantissimo, ma più lo faccio più ne traggo soddisfazione.
Ho ancora voglia di andare ogni giorno a suonare a 180 porte? Sì. Decisamente sì!
E poi scusate...dove lo trovo un altro ufficio che quando mettono la chiavetta nella macchinetta del caffè sul display compare come cifra 99,80€? :)
domenica 10 novembre 2013
Cronache Cinesi 2013 - Quel che resta.
Come avevo già accennato vagamente nei post precedenti, a Dengfeng, per quel che ho potuto vedere io nel corso di 3 estati, i cambiamenti sono all'ordine del giorno. Sono repentini e non si torna indietro.
Ho deciso di dedicare un post esclusivamente a quest'aspetto. Ma prima di iniziare a scrivere le considerazioni su ciò che ho visto trasformarsi a distanza di un anno o proprio sotto ai miei occhi volevo dedicare un post in solitario ad un cambiamento che è difficile analizzare con obiettività e distacco.
Questa è una sorta di dedica alla vecchia Scuola.
Come saprete, per chi legge, la Scuola che ci ha ospitati nel 2011 (e chi anche negli anni precedenti) in un non ben specificato periodo del 2012 ha chiuso i battenti ed infatti noi laowai ci siamo trovati sballottati prima nella struttura all'interno dell'area del Tempio Shaolin e successivamente nell'edificio con vista lago.
Questa era la Scuola nel 2011.
Nel 2012, ormai destinata ad essere demolita come quasi tutti gli edifici su quel lato della strada, era dismessa.
Quando siamo riusciti a varcare il cancello il paesaggio era a dir poco desolante (come se non lo fosse già l'ingresso spoglio).
Davanti a noi un edificio vuoto e un cortile privo degli aspetti che lo avevano caratterizzato l'anno precedente.
Spoglio, ma con ancora le foto attaccate ai muri.
Quest'anno questo era quello che ci si presentava davanti agli occhi.
Macerie.
Niente se non macerie e indumenti abbandonati e calcificati tra un masso e l'altro.
Nel dirlo così sembra quasi un niente, un altro cambiamento, un altro aspetto dell'evoluzione del luogo.
Ma facciamo un passo indietro.
Facciamo un salto nel 2011.
Per quanto io possa, adesso, sostenere che le 2 esperienze successive siano state sotto molti aspetti molto più redditizie e formanti, non posso certo dimenticare quello che è stato.
Il 2011 è stato l'anno nel quale si è avverato un sogno che era quello di poter, finalmente, andare in Cina.
L'anno dell'entusiasmo dove tutto era nuovo, tutto era da vedere, scoprire, provare con gli occhi di una persona che ancora non riesce a concepire il fatto di essere dall'altra parte del mondo nel luogo che ha bramato per anni.
La parte del mondo giusta.
La Scuola è stata l'occasione, è stata il pretesto, è stata materialmente il toccar con mano un desiderio.
La Scuola è stata "casa" per 3 settimane. Il palcoscenico di molte, moltissime cose. Sentimenti che passavano dall'entusiasmo alla "depressione" nel vedere che anni di allenamenti portavano a meno di mediocri prestazioni, per arrivare alla determinazione ed infine alla malinconia nell'andar via.
Quella malinconia che mentre stai per salire sul furgoncino in direzione Zhenzhou ti fa dire "non fate quelle facce non riuscirete a farmi piangere" e che poi, una volta varcato il cancello, si trasformava in lacrime.
Le stesse lacrime, tra l'altro, che hanno fatto la loro comparsa quest'estate nel vedere un cumulo di sassi coprire le felpe con il nome della Scuola stampato sopra.
3 settimane possono sembrar poche per arrivare a provare un senso di vuoto nel vedere certe immagini. Ma non lo sono.
La Scuola era tante cose e tra queste era anche un insieme di persone, di volti e di personalità con le quali ci si è scontrati e incontrati. Vite che si son riviste ed altre che, probabilmente, non si vedranno più.
La Scuola era un po' un simbolo.
Ed ammetto che scrivere questo post in questo determinato momento non sia qualcosa del tutto casuale.
Perchè la Scuola, sebbene in altre sembianze, in un altro luogo, in diverse modalità ed in diversi volti c'è ancora.
Ed è un po' così che mi sento io adesso mentre cerco di capire che cosa sarà della mia vita marziale mentre provo a realizzare ancora una volta il sogno di ritornare attraverso un lavoro che mi darà soddisfazioni ma non la possibilità di allenarmi. Mentre cerco le motivazioni per avere ancora vivo e forte l'entusiasmo passando sopra divergenze di pensiero e di obiettivi.
Mi sento come quel cumulo di macerie di qualcosa che in passato è stato e adesso è altro altrove.
Ho deciso di dedicare un post esclusivamente a quest'aspetto. Ma prima di iniziare a scrivere le considerazioni su ciò che ho visto trasformarsi a distanza di un anno o proprio sotto ai miei occhi volevo dedicare un post in solitario ad un cambiamento che è difficile analizzare con obiettività e distacco.
Questa è una sorta di dedica alla vecchia Scuola.
Come saprete, per chi legge, la Scuola che ci ha ospitati nel 2011 (e chi anche negli anni precedenti) in un non ben specificato periodo del 2012 ha chiuso i battenti ed infatti noi laowai ci siamo trovati sballottati prima nella struttura all'interno dell'area del Tempio Shaolin e successivamente nell'edificio con vista lago.
Questa era la Scuola nel 2011.
Nel 2012, ormai destinata ad essere demolita come quasi tutti gli edifici su quel lato della strada, era dismessa.
Quando siamo riusciti a varcare il cancello il paesaggio era a dir poco desolante (come se non lo fosse già l'ingresso spoglio).
Davanti a noi un edificio vuoto e un cortile privo degli aspetti che lo avevano caratterizzato l'anno precedente.
Spoglio, ma con ancora le foto attaccate ai muri.
Quest'anno questo era quello che ci si presentava davanti agli occhi.
Macerie.
Niente se non macerie e indumenti abbandonati e calcificati tra un masso e l'altro.
Nel dirlo così sembra quasi un niente, un altro cambiamento, un altro aspetto dell'evoluzione del luogo.
Ma facciamo un passo indietro.
Facciamo un salto nel 2011.
Per quanto io possa, adesso, sostenere che le 2 esperienze successive siano state sotto molti aspetti molto più redditizie e formanti, non posso certo dimenticare quello che è stato.
Il 2011 è stato l'anno nel quale si è avverato un sogno che era quello di poter, finalmente, andare in Cina.
L'anno dell'entusiasmo dove tutto era nuovo, tutto era da vedere, scoprire, provare con gli occhi di una persona che ancora non riesce a concepire il fatto di essere dall'altra parte del mondo nel luogo che ha bramato per anni.
La parte del mondo giusta.
La Scuola è stata l'occasione, è stata il pretesto, è stata materialmente il toccar con mano un desiderio.
La Scuola è stata "casa" per 3 settimane. Il palcoscenico di molte, moltissime cose. Sentimenti che passavano dall'entusiasmo alla "depressione" nel vedere che anni di allenamenti portavano a meno di mediocri prestazioni, per arrivare alla determinazione ed infine alla malinconia nell'andar via.
Quella malinconia che mentre stai per salire sul furgoncino in direzione Zhenzhou ti fa dire "non fate quelle facce non riuscirete a farmi piangere" e che poi, una volta varcato il cancello, si trasformava in lacrime.
Le stesse lacrime, tra l'altro, che hanno fatto la loro comparsa quest'estate nel vedere un cumulo di sassi coprire le felpe con il nome della Scuola stampato sopra.
3 settimane possono sembrar poche per arrivare a provare un senso di vuoto nel vedere certe immagini. Ma non lo sono.
La Scuola era tante cose e tra queste era anche un insieme di persone, di volti e di personalità con le quali ci si è scontrati e incontrati. Vite che si son riviste ed altre che, probabilmente, non si vedranno più.
La Scuola era un po' un simbolo.
Ed ammetto che scrivere questo post in questo determinato momento non sia qualcosa del tutto casuale.
Perchè la Scuola, sebbene in altre sembianze, in un altro luogo, in diverse modalità ed in diversi volti c'è ancora.
Ed è un po' così che mi sento io adesso mentre cerco di capire che cosa sarà della mia vita marziale mentre provo a realizzare ancora una volta il sogno di ritornare attraverso un lavoro che mi darà soddisfazioni ma non la possibilità di allenarmi. Mentre cerco le motivazioni per avere ancora vivo e forte l'entusiasmo passando sopra divergenze di pensiero e di obiettivi.
Mi sento come quel cumulo di macerie di qualcosa che in passato è stato e adesso è altro altrove.
mercoledì 30 ottobre 2013
Cronache Cinesi 2013 - Sino stranezze parte 2.
- Ubriachiamoci.
Dunque, non è che lo facciano solo i cinesi e di giochi per ubriacarsi ce ne sono a bizzeffe. Gli studenti universitari, poi, ne conoscono un discreto numero.
Tuttavia è divertente vedere come possano esserci delle sorprese interessanti cambiano stato/continente.
Se poi è proprio dei cinesi che parliamo allora, ovviamente, bisogna prepararsi a qualche stranezza.
Il primo gioco probabilmente esiste anche qua.
Noi laowai lo abbiamo sperimentato lo scorso anno durante la serata fuori per salutare due nostri amici che sarebbero partiti il giorno seguente.
In pratica si esce a cena, si mangia, si beve normalmente fino a quando non è ora di andar via. A quel punto le non so quante lattine acquistate devono essere finite, ma si è arrivati al punto nel quale nessuno decide di offrirsi come martire per berle. Dunque si va a "fortuna".
Una persona (nel nostro caso specifico Coach Du) batte sul tavolo con le bacchette tenendo gli occhi chiusi mentre noi ci passiamo una bottiglietta vuota. Quando lui smette di battere chi ha la bottiglietta in mano deve bere.
Ovviamente il gioco era diventato "facciamo bere Serena a tutti i costi e riempiamole il bicchiere fino all'impossibile".
Il secondo giochino l'ho capito solo quest'anno.
Dopo 3 anni che vedevo gente urlare numeri come se non ci fosse un domani ho capito il funzionamento del gioco. Circa.
In pratica ci sono due tizi che si "sfidano" e in simultanea dicono (sbraitano) un numero a testa ad una velocità notevole fino a quando, per motivi prima oscuri, uno inizia a bere. Quest'anno un ragazzo a Pechino incontrato per caso in un locale a caso in una strada abbastanza fighetta e occidentalizzante ha avuto il buon cuore di spiegare il funzionamento. In pratica ognuno dice un numero se poi i 2 numeri detti sono attigui chi ha detto quello più alto deve bere (esempio: io e x stiamo giocando, io dico 3 e lui 4 lui beve, io dico 3 e lui 5 allora è nullo). Questo il senso generico.
Comunque la parte fondamentale di questo gioco è urlarsi contro stando a 30 cm di distanza.
- Sputare
Questa è un'usanza della quale, suppongo, molti siano a conoscenza.
I cinesi sputano. E con sputano intendo che tirano degli scaracchi che devi pregare non ti arrivino mai addosso.
Se non erro durante le olimpiadi del 2008 erano stati distribuiti dei bicchierini da usare come sputacchiere per evitare di scandalizzare i civilizzati (?) occidentali.
Comunque, la prima esperienza di scaracchiamento l'ho avuta nel 2011 poco dopo aver messo piede fuori dall'aeroporto. Un buon metodo per farmi sentire subito parte integrante dell'ecosistema.
Per quanto io non trovi particolarmente disturbante questa usanza, devo ammettere che in certi casi sia rimasta abbastanza allibita.
Voglio dire, una cammina per strada e incrocia una carinissima vecchietta, sufficientemente curata nell'aspetto (per quanto possa esserlo una vecchietta a Dengfeng), pettinata, ben vestita, con tutti i denti al posto giusto, magari ti sorride anche. E poi inizia a caricare dal centro della terra il giga scaracchio che sputerà, se sei fortunata, dall'altro lato del marciapiede.
Oppure al ristorante.
Una sera siamo andati a mangiare al Beijing Dayalì un hotel con ristorante nel centro di Dengfeng. Un ristorante di fascia medio alta per intenderci. Era il compleanno della mamma del ragazzino che si allena con noi ed eravamo talmente tanti che alla fin fine ci hanno messi in una saletta privata. Una saletta di tutto rispetto eh. Tavolo rotondo gigante, bacchette di lusso, tv, divanetti, bagno privato, cameriera fissa.
Per noi che arrivavamo da un luogo popolato da ragni, scolopendre, scarafaggi e iddio solo sa che altro, che lavavamo le nostre cose una volta alla settimana è stato come essere catapultati nel resort 5 stelle per ricconi.
Bè insomma mentre ci stavamo croggiolando in questo pseudo status sociale di alta classe la nostra personalissima cameriera, come se nulla fosse, ad un certo punto ha iniziato ad emettere un suono sospetto e mentre tutti, e sottolineo tutti, noi laowai ci siamo girati a guardarla ha scaracchiato brutalmente nel cestino vicino alla teira.
Rumore di vetri infranti, bentornati alla realtà!
Per non parlare, infine, di coloro che al ristorante prima ti guardano, poi quando incroci il loro sguardo propongono un brindisi e quando ti giri per continuare a farti gli affari tuoi scaracchiano nel cestino sotto al tavolo. Certe volte abbiamo sinceramente pensato che fosse un presagio di morte.
Dunque, non è che lo facciano solo i cinesi e di giochi per ubriacarsi ce ne sono a bizzeffe. Gli studenti universitari, poi, ne conoscono un discreto numero.
Tuttavia è divertente vedere come possano esserci delle sorprese interessanti cambiano stato/continente.
Se poi è proprio dei cinesi che parliamo allora, ovviamente, bisogna prepararsi a qualche stranezza.
Il primo gioco probabilmente esiste anche qua.
Noi laowai lo abbiamo sperimentato lo scorso anno durante la serata fuori per salutare due nostri amici che sarebbero partiti il giorno seguente.
In pratica si esce a cena, si mangia, si beve normalmente fino a quando non è ora di andar via. A quel punto le non so quante lattine acquistate devono essere finite, ma si è arrivati al punto nel quale nessuno decide di offrirsi come martire per berle. Dunque si va a "fortuna".
Una persona (nel nostro caso specifico Coach Du) batte sul tavolo con le bacchette tenendo gli occhi chiusi mentre noi ci passiamo una bottiglietta vuota. Quando lui smette di battere chi ha la bottiglietta in mano deve bere.
Ovviamente il gioco era diventato "facciamo bere Serena a tutti i costi e riempiamole il bicchiere fino all'impossibile".
credevo che fosse a fuoco. |
Il secondo giochino l'ho capito solo quest'anno.
Dopo 3 anni che vedevo gente urlare numeri come se non ci fosse un domani ho capito il funzionamento del gioco. Circa.
In pratica ci sono due tizi che si "sfidano" e in simultanea dicono (sbraitano) un numero a testa ad una velocità notevole fino a quando, per motivi prima oscuri, uno inizia a bere. Quest'anno un ragazzo a Pechino incontrato per caso in un locale a caso in una strada abbastanza fighetta e occidentalizzante ha avuto il buon cuore di spiegare il funzionamento. In pratica ognuno dice un numero se poi i 2 numeri detti sono attigui chi ha detto quello più alto deve bere (esempio: io e x stiamo giocando, io dico 3 e lui 4 lui beve, io dico 3 e lui 5 allora è nullo). Questo il senso generico.
Comunque la parte fondamentale di questo gioco è urlarsi contro stando a 30 cm di distanza.
- Sputare
Questa è un'usanza della quale, suppongo, molti siano a conoscenza.
I cinesi sputano. E con sputano intendo che tirano degli scaracchi che devi pregare non ti arrivino mai addosso.
Se non erro durante le olimpiadi del 2008 erano stati distribuiti dei bicchierini da usare come sputacchiere per evitare di scandalizzare i civilizzati (?) occidentali.
Comunque, la prima esperienza di scaracchiamento l'ho avuta nel 2011 poco dopo aver messo piede fuori dall'aeroporto. Un buon metodo per farmi sentire subito parte integrante dell'ecosistema.
Per quanto io non trovi particolarmente disturbante questa usanza, devo ammettere che in certi casi sia rimasta abbastanza allibita.
Voglio dire, una cammina per strada e incrocia una carinissima vecchietta, sufficientemente curata nell'aspetto (per quanto possa esserlo una vecchietta a Dengfeng), pettinata, ben vestita, con tutti i denti al posto giusto, magari ti sorride anche. E poi inizia a caricare dal centro della terra il giga scaracchio che sputerà, se sei fortunata, dall'altro lato del marciapiede.
Oppure al ristorante.
Una sera siamo andati a mangiare al Beijing Dayalì un hotel con ristorante nel centro di Dengfeng. Un ristorante di fascia medio alta per intenderci. Era il compleanno della mamma del ragazzino che si allena con noi ed eravamo talmente tanti che alla fin fine ci hanno messi in una saletta privata. Una saletta di tutto rispetto eh. Tavolo rotondo gigante, bacchette di lusso, tv, divanetti, bagno privato, cameriera fissa.
Per noi che arrivavamo da un luogo popolato da ragni, scolopendre, scarafaggi e iddio solo sa che altro, che lavavamo le nostre cose una volta alla settimana è stato come essere catapultati nel resort 5 stelle per ricconi.
Bè insomma mentre ci stavamo croggiolando in questo pseudo status sociale di alta classe la nostra personalissima cameriera, come se nulla fosse, ad un certo punto ha iniziato ad emettere un suono sospetto e mentre tutti, e sottolineo tutti, noi laowai ci siamo girati a guardarla ha scaracchiato brutalmente nel cestino vicino alla teira.
Rumore di vetri infranti, bentornati alla realtà!
Per non parlare, infine, di coloro che al ristorante prima ti guardano, poi quando incroci il loro sguardo propongono un brindisi e quando ti giri per continuare a farti gli affari tuoi scaracchiano nel cestino sotto al tavolo. Certe volte abbiamo sinceramente pensato che fosse un presagio di morte.
- Sicurezza sui mezzi a 2 ruote.
Forse di questo avevo già fatto qualche cenno qua e là.
Ma vale comunque la pena rinfrescare la memoria.
Partiamo dal fatto che vedere qualcuno con un casco è un evento più unico che raro.
Tuttavia non è questo il problema.
Oh no, assolutamente.
Avere o non avere il casco, viste le situazioni che abbiamo incontrato, era, in tutta onestà, qualcosa di assolutamente secondario e trascurabile.
In Cina d'estate la decappottabile è troppo mainstream quindi armiamoci di scooter, rigorosamente elettrico (e su questo tanto di cappello...se poi tutti gli altri elettrodomestici non fossero di classe z+).
Lo scooter è probabilmente uno dei mezzi più fighi insieme alle macchinone di produzione cinese con risultati miserabili nei crash test.
Dunque possiamo vedere i solitari andare in scooter, poi le coppie con lei seduta dietro in stile anni 50, infine, perchè no, le famiglie.
Genitori e 2 bambini? Tutti sullo scooter! E vogliamo non metterci anche il nipotino? Ma va, mica vorrete lasciarlo a piedi, portiamo anche lui. Del resto, si sa, gli scooter sono omologati per 5.
Ma la coppa come miglior combinazione va, decisamente, alla coppia padre-figlio vista a Pechino con il padre che guidava e il bambino seduto dietro in posizione contraria alla direzione di marcia che stava giocando con un tablet.
Forse di questo avevo già fatto qualche cenno qua e là.
Ma vale comunque la pena rinfrescare la memoria.
Partiamo dal fatto che vedere qualcuno con un casco è un evento più unico che raro.
Tuttavia non è questo il problema.
Oh no, assolutamente.
Avere o non avere il casco, viste le situazioni che abbiamo incontrato, era, in tutta onestà, qualcosa di assolutamente secondario e trascurabile.
In Cina d'estate la decappottabile è troppo mainstream quindi armiamoci di scooter, rigorosamente elettrico (e su questo tanto di cappello...se poi tutti gli altri elettrodomestici non fossero di classe z+).
Lo scooter è probabilmente uno dei mezzi più fighi insieme alle macchinone di produzione cinese con risultati miserabili nei crash test.
Dunque possiamo vedere i solitari andare in scooter, poi le coppie con lei seduta dietro in stile anni 50, infine, perchè no, le famiglie.
Genitori e 2 bambini? Tutti sullo scooter! E vogliamo non metterci anche il nipotino? Ma va, mica vorrete lasciarlo a piedi, portiamo anche lui. Del resto, si sa, gli scooter sono omologati per 5.
Ma la coppa come miglior combinazione va, decisamente, alla coppia padre-figlio vista a Pechino con il padre che guidava e il bambino seduto dietro in posizione contraria alla direzione di marcia che stava giocando con un tablet.
oddio un casco! |
E dal momento che lo scooter è molto cool perchè non adornarlo con simpatici (e probabilmente utili) accessori?
- Vestiario.
I cinesi hanno un gusto tutto particolare per il vestiario e questa loro peculiarità spesso si manifesta nella produzione di capi di abbigliamento...come dire....particolari.
Quelli che saltano subito all'occhio sono le marche famose riviste. Questi già dal primo anno sono stati soggetto di divertenti visioni.
Seguono, poi, i capi di abbigliamento impensabili.
Ovviamente non è che io sia stata a fotografarli tutti. Anche perchè avrei passato la mia estate a fare solo quello. Tuttavia devo dire che entrare in certi negozi faceva davvero accapponare la pelle. Eppure, io dico, le persone in giro non sembrano essere vestite in modo così bizzarro. Diciamo che vanno di pari passo con l'ambiente. Ok, forse sono un po' bizzarre. Ma alcune cose viste appese in vendita erano oltre questo stadio. Erano la versione kitsch del kitsch. Erano così assurde e brutte da poter quasi essere belle.
Ma la migliore è questa.
L'esempio lampante del meraviglioso mondo dell'intimo femminile. Quella che vedete sul davanti, ebbene sì, è una cerniera. Per una bellissima, comodissima, utilissima, multiuso....tasca. Che cos'avevate pensato uh?
-Taxibus
Le nostre esperienze con i mezzi di trasporto cinesi sono esponenzialmente incrementate con il passare degli anni.
Il primo anno abbiamo preso il bus poche volte giusto perchè magari eravamo troppi per metterci a cercare due taxi. Salivamo sul 2, che tanto fermava davanti alla Scuola, e scendevamo nella via principale (quella del raviolaro e del DDDcSSSSS per intenderci). 1RMB a testa per la corsa e via.
Il secondo anno lo abbiamo preso qualche volta in più. Uscendo dall'aerea del Tempio c'erano i vari bus diretti verso la città (questo una volta superata la barriera corallina di cinesi che ti urlano addosso per chiederti se vai in città e che nel caso ti darebbero loro un passaggio). Noi salivamo sull'8 e per 3RMB a testa arrivavamo quasi in centro città. Poi è capitato di prendere qualche bus velocemente anche una volta a Dengfeng, ma in genere è un'occasione rara.
Quest'anno, trovandoci nella via di mezzo, ci siamo dovuti adattare in qualche modo.
Ovviamente il bus era una soluzione molto gettonata anche perchè è difficile trovare taxi che dal Tempio vadano verso la città e siano vuoti. (ovviamente questo escludendo gli abusivi che si fermavano).
Dunque 8 anche quest'anno e via in città.
La sera i bus finiscono il servizio verso le 19.30 (o almeno così era per questo con la tratta "extraurbana").
Il giorno che siamo andati in città per festeggiare il ragazzo americano che sarebbe partito il giorno dopo, ci siamo presentati sul ciglio della strada all'alba delle 19.29 ormai rassegnati a dover cercare dai 2 ai 3 taxi.
E invece ecco arrivare il bus e la sua ultima corsa.
Tolto che ormai la sciura che raccoglieva i soldi ci conosceva tutti quanti e quindi se la rideva ogni volta che salivamo facendo la solita caciara, quella sera è successa l'esponenziale meraviglia.
La sciura ci chiede dove stiamo andando per poi dire all'autista dove fermarsi. Noi le diciamo il nome della via e poi, di conseguenza, la fermata alla quale dovremmo scendere. (N.B. la fermata, in realtà, è casuale per quel bus..."oh devo scendere!" e il tizio si ferma).
A quel punto lei e l'autista si parlano e la sciura ci dice che per 5 RMB ci avrebbe portati all'incrocio con la strada dove saremmo dovuti andare noi.
Aspettate.
Ve lo rispiego.
Per 2 RMB in più rispetto al normale costo del "biglietto" (come se ce ne avessero mai consegnato uno), il bus avrebbe deviato dalla sua tratta normale per portare 9 persone più vicine al punto di arrivo.
E vorrei anche far notare che non è che fossimo esattamente gli unici sopra al bus.
Quindi abbiamo scoperto che in Cina, ebbene sì, i bus possono diventare dei taxi.
Ah, scusate. Ho dimenticato di menzionare un piccolo dettaglio. Piccolissimo e trascurabile. Come il fatto che il bus abbia fatto inversione di marcia così a caso poco dopo essersi accorto di aver mancato l'incrocio.
- Oggetti.
Questa macrocategoria nasconde, a dire il vero, varie sfumature.
Premesso che i cinesi detengono la coppa per la produzione di oggettisca inutile, le migliori chicche si vedono nei negozietti o nelle bancarelle che hanno proprio la funzione di distribuire tali...cose.
A questo bisogna, poi, aggiungere anche la loro fissazione per 4 cose: le riproduzioni fake, la Apple, la Tour Eiffel, il kitsch.
Fissazione 1:
naturalmente il regno del fake è il silk market dove ogni cosa, ci potete giurare, viene riprodotta fedelmente all'originale (compresa la scritta della marca), ma, ovviamente, è tanto originale quanto io sono cinese. E cioè solo con l'intenzione.
Dentro al silk market troviamo tutto...dal vestiario, alla tecnologia, alle action figures, alle scarpe e così via. Naturalmente all'ingresso del silk campeggiano giganteschi slogan che t'incoraggiano ad acquistare solo cose originali e a combattere le riproduzioni non consentite.
Il fatto che poi vendano il tablet Samsung Galaxy G3 non esistente nel resto del mondo sono meri dettagli.
Ma non solo al silk possiamo trovare queste chicche.
Anche a Dengfeng non si scherza.
In tutto questo, però, il fake più fail di tutti è sempre e soltanto uno.
Il caffè.
Ogni volta che ne richiedi uno sai già che te ne pentirai amaramente. Tuttavia lo fai lo stesso perchè vivi nella speranza che prima o poi tu riesca a berne uno decente.
Ok avere la moka, ma ci sono menti nei quali ne avresti bisogno anche in giro.
Quindi dopo aver passato 15 minuti. Sì 15. Dove hai cercato di farti capire, hai quasi scavalcato il bancone in un impeto d'isteria per andare alla macchinetta a fartelo da sola, ecco arrivare la tua tazzina di caffè. Generalmente riempita quasi fino al bordo se non hai avuto la prontezza di urlare alla tipa di fermarsi prima.
Fissazione 2
ormai lo sappiamo tutti. Apple è diventato un simbolo non indifferente blablabla tutto quello che volete.
Ok. Quindi essendo figo e cool e tante altre parole improbabili allora, giustamente, perchè non marchiamo Apple ogni cosa?
Del resto lasciare la mela morsicata solo sui pc o i cellulari non è riduttivo?
Abbiamo già visto i meravigliosi coprisedili del bus, così come il maglioncino (direttamente dalla collezione segreta di Steve). Vogliamo vedere che altro si sono inventati?
Altre chicche, purtroppo, non sono state immortalate, ma fidatevi che ne eravamo circondati. Provate a pensare a qualsiasi cosa, qualsiasi tipologia di oggetto o altro e state sicuri che da qualche parte avreste trovato qualcosa con la mela morsicata (zaini, scarpe, maglie, intimo, borse...)
Fissazione 3
Sebbene ai Cinesi l'Italia piaccia bisogna ammettere che per loro la Francia abbia molto più fascino. O meglio, che per una sola cosa della Francia valga la pena di sperperare soldi e tempo nella sua riproduzione: la Tour Eiffel.
Immagini e riproduzioni in diverse dimensioni sono presenti ovunque.
Tuttavia non sono del tutto convinta che sappiano con precisione dove sia ubicata.
Eccola qua...meravigliosa, portatile o come soprammobile e...no aspettate...ma questa?
Volendo sorvolare su quella rosa fluo con le nuvolette, ma l'altra? Vi prego...spiegatemi perchè...perchè è stata dipinta con i colori della bandiera inglese?
Fissazione 4
Ovviamente questa macrocategoria potrebbe presentare infiniti esempi. Il kitsch è la colonna portante di qualsiasi cosa in Cina.
Varrebbe quasi la pena di dedicarci un libro.
Considerando che le cose dei supermercati le raccoglierò a parte qua possiamo vedere come alcuni oggetti siano stati prodotti per deliziare, soprattutto, l'incredulità occidentale. Del resto sarebbe quasi impensabile arrivare a produrre determinate cose. Ma non dimentichiamoci che è della Cina che stiamo parlando.
Del meraviglioso mondo dove qualsiasi assurdità diventa reale ed acquistabile.
I cinesi hanno un gusto tutto particolare per il vestiario e questa loro peculiarità spesso si manifesta nella produzione di capi di abbigliamento...come dire....particolari.
Quelli che saltano subito all'occhio sono le marche famose riviste. Questi già dal primo anno sono stati soggetto di divertenti visioni.
Seguono, poi, i capi di abbigliamento impensabili.
Ovviamente non è che io sia stata a fotografarli tutti. Anche perchè avrei passato la mia estate a fare solo quello. Tuttavia devo dire che entrare in certi negozi faceva davvero accapponare la pelle. Eppure, io dico, le persone in giro non sembrano essere vestite in modo così bizzarro. Diciamo che vanno di pari passo con l'ambiente. Ok, forse sono un po' bizzarre. Ma alcune cose viste appese in vendita erano oltre questo stadio. Erano la versione kitsch del kitsch. Erano così assurde e brutte da poter quasi essere belle.
ah no scusate, queste esistono anche in Italia... |
Ma la migliore è questa.
L'esempio lampante del meraviglioso mondo dell'intimo femminile. Quella che vedete sul davanti, ebbene sì, è una cerniera. Per una bellissima, comodissima, utilissima, multiuso....tasca. Che cos'avevate pensato uh?
-Taxibus
Le nostre esperienze con i mezzi di trasporto cinesi sono esponenzialmente incrementate con il passare degli anni.
Il primo anno abbiamo preso il bus poche volte giusto perchè magari eravamo troppi per metterci a cercare due taxi. Salivamo sul 2, che tanto fermava davanti alla Scuola, e scendevamo nella via principale (quella del raviolaro e del DDDcSSSSS per intenderci). 1RMB a testa per la corsa e via.
Il secondo anno lo abbiamo preso qualche volta in più. Uscendo dall'aerea del Tempio c'erano i vari bus diretti verso la città (questo una volta superata la barriera corallina di cinesi che ti urlano addosso per chiederti se vai in città e che nel caso ti darebbero loro un passaggio). Noi salivamo sull'8 e per 3RMB a testa arrivavamo quasi in centro città. Poi è capitato di prendere qualche bus velocemente anche una volta a Dengfeng, ma in genere è un'occasione rara.
Quest'anno, trovandoci nella via di mezzo, ci siamo dovuti adattare in qualche modo.
Ovviamente il bus era una soluzione molto gettonata anche perchè è difficile trovare taxi che dal Tempio vadano verso la città e siano vuoti. (ovviamente questo escludendo gli abusivi che si fermavano).
Dunque 8 anche quest'anno e via in città.
La sera i bus finiscono il servizio verso le 19.30 (o almeno così era per questo con la tratta "extraurbana").
Il giorno che siamo andati in città per festeggiare il ragazzo americano che sarebbe partito il giorno dopo, ci siamo presentati sul ciglio della strada all'alba delle 19.29 ormai rassegnati a dover cercare dai 2 ai 3 taxi.
E invece ecco arrivare il bus e la sua ultima corsa.
Tolto che ormai la sciura che raccoglieva i soldi ci conosceva tutti quanti e quindi se la rideva ogni volta che salivamo facendo la solita caciara, quella sera è successa l'esponenziale meraviglia.
La sciura ci chiede dove stiamo andando per poi dire all'autista dove fermarsi. Noi le diciamo il nome della via e poi, di conseguenza, la fermata alla quale dovremmo scendere. (N.B. la fermata, in realtà, è casuale per quel bus..."oh devo scendere!" e il tizio si ferma).
A quel punto lei e l'autista si parlano e la sciura ci dice che per 5 RMB ci avrebbe portati all'incrocio con la strada dove saremmo dovuti andare noi.
Aspettate.
Ve lo rispiego.
Per 2 RMB in più rispetto al normale costo del "biglietto" (come se ce ne avessero mai consegnato uno), il bus avrebbe deviato dalla sua tratta normale per portare 9 persone più vicine al punto di arrivo.
E vorrei anche far notare che non è che fossimo esattamente gli unici sopra al bus.
Quindi abbiamo scoperto che in Cina, ebbene sì, i bus possono diventare dei taxi.
Ah, scusate. Ho dimenticato di menzionare un piccolo dettaglio. Piccolissimo e trascurabile. Come il fatto che il bus abbia fatto inversione di marcia così a caso poco dopo essersi accorto di aver mancato l'incrocio.
Il lusso dei coprisedili marcati Apple |
Deposito dei bus a Dengfeng |
Dal Tempio alla città |
La sicurezza era obbligatoria. Nessuno poteva viaggiare stando in piedi. Ma la porta aperta...dettagli |
Moderno sistema per rinfrescarsi |
La sciura dei soldi dello scorso anno |
- Oggetti.
Questa macrocategoria nasconde, a dire il vero, varie sfumature.
Premesso che i cinesi detengono la coppa per la produzione di oggettisca inutile, le migliori chicche si vedono nei negozietti o nelle bancarelle che hanno proprio la funzione di distribuire tali...cose.
A questo bisogna, poi, aggiungere anche la loro fissazione per 4 cose: le riproduzioni fake, la Apple, la Tour Eiffel, il kitsch.
Fissazione 1:
naturalmente il regno del fake è il silk market dove ogni cosa, ci potete giurare, viene riprodotta fedelmente all'originale (compresa la scritta della marca), ma, ovviamente, è tanto originale quanto io sono cinese. E cioè solo con l'intenzione.
Dentro al silk market troviamo tutto...dal vestiario, alla tecnologia, alle action figures, alle scarpe e così via. Naturalmente all'ingresso del silk campeggiano giganteschi slogan che t'incoraggiano ad acquistare solo cose originali e a combattere le riproduzioni non consentite.
Il fatto che poi vendano il tablet Samsung Galaxy G3 non esistente nel resto del mondo sono meri dettagli.
anche la pizza fake... |
Anche a Dengfeng non si scherza.
In tutto questo, però, il fake più fail di tutti è sempre e soltanto uno.
Il caffè.
Ogni volta che ne richiedi uno sai già che te ne pentirai amaramente. Tuttavia lo fai lo stesso perchè vivi nella speranza che prima o poi tu riesca a berne uno decente.
Ok avere la moka, ma ci sono menti nei quali ne avresti bisogno anche in giro.
Quindi dopo aver passato 15 minuti. Sì 15. Dove hai cercato di farti capire, hai quasi scavalcato il bancone in un impeto d'isteria per andare alla macchinetta a fartelo da sola, ecco arrivare la tua tazzina di caffè. Generalmente riempita quasi fino al bordo se non hai avuto la prontezza di urlare alla tipa di fermarsi prima.
Fissazione 2
ormai lo sappiamo tutti. Apple è diventato un simbolo non indifferente blablabla tutto quello che volete.
Ok. Quindi essendo figo e cool e tante altre parole improbabili allora, giustamente, perchè non marchiamo Apple ogni cosa?
Del resto lasciare la mela morsicata solo sui pc o i cellulari non è riduttivo?
Abbiamo già visto i meravigliosi coprisedili del bus, così come il maglioncino (direttamente dalla collezione segreta di Steve). Vogliamo vedere che altro si sono inventati?
sì, è un ventilatore |
l'accendino utilizzato per accendere gli incensi...quanta profanità.. |
Fissazione 3
Sebbene ai Cinesi l'Italia piaccia bisogna ammettere che per loro la Francia abbia molto più fascino. O meglio, che per una sola cosa della Francia valga la pena di sperperare soldi e tempo nella sua riproduzione: la Tour Eiffel.
Immagini e riproduzioni in diverse dimensioni sono presenti ovunque.
Tuttavia non sono del tutto convinta che sappiano con precisione dove sia ubicata.
Eccola qua...meravigliosa, portatile o come soprammobile e...no aspettate...ma questa?
Volendo sorvolare su quella rosa fluo con le nuvolette, ma l'altra? Vi prego...spiegatemi perchè...perchè è stata dipinta con i colori della bandiera inglese?
Fissazione 4
Ovviamente questa macrocategoria potrebbe presentare infiniti esempi. Il kitsch è la colonna portante di qualsiasi cosa in Cina.
Varrebbe quasi la pena di dedicarci un libro.
Considerando che le cose dei supermercati le raccoglierò a parte qua possiamo vedere come alcuni oggetti siano stati prodotti per deliziare, soprattutto, l'incredulità occidentale. Del resto sarebbe quasi impensabile arrivare a produrre determinate cose. Ma non dimentichiamoci che è della Cina che stiamo parlando.
Del meraviglioso mondo dove qualsiasi assurdità diventa reale ed acquistabile.
un orologio (notare anche qua il richiamo alla Apple) |
tazze |
una meravigliosa sfera in vetro pitturata con polvere di giada. E una terrificante immagine. |
gelatina |
credo che non meriti commenti...parla da sola |
anche qua i commenti sono superflui |
questa è semplicemente meravigliosa...uno schiaccianoci che dovrebbe essere presente in ogni casa! |
Iscriviti a:
Post (Atom)