lunedì 12 marzo 2012

Commemorazione Gran Maestro Shi Suxi.

Anche quest'anno, come ogni anno, si è tenuta una giornata commemorativa per la scomparsa del Maestro Suxi.
Di lui avevo già parlato in questo post lo scorso anno, quindi mi sembra inutile ripetere cose già dette, scritte e lette.
Ma ne parlo di nuovo perchè quest'anno la commemorazione ha, in un certo senso, un valore aggiunto.
Partiamo dal fatto che il viaggio in Cina ha reso tutto molto più "reale". Non che prima non lo fosse, ma trovarsi davanti agli occhi la Pagoda del Maestro e vedere, vedere davvero, le incisioni così vicine al mondo occidentale ha cambiato un po' la dimensione di percezione del tutto.
Ancora più importante è, però, il valore che hanno avuto le sue decisioni di allora adesso.
Lo scorso anno era meno evidente, o forse io, semplicemente, io non lo vedevo. Quest'anno, invece, si è palesata la ricerca della società.
Ho visto piangere davvero troppe persone in un periodo di tempo relativamente breve. Piangeva la ragazza picchiata dal tipo, piangeva la ragazza al telefono sul tram e lo faceva anche quella in piazza Duomo, piangeva la ragazza seduta in metropolitana con il cartello "ho fame" e lo faceva anche quella nel suv all'incrocio a Crocetta, piangeva l'uomo al telefono lamentandosi del malfunzionamento del sistema italiano.
Ma in che società viviamo se siamo costretti a mostrare in pubblico un sentimento così personale ed intimo?
Questa società che prima cercava la perfezione scientifica, poi la stabilità economica ed ora cerca, forse, soltanto un po' di felicità.
Allora sì che hanno davvero senso gli insegnamenti del Maestro che ci ha dato la possibilità di cercare con un mezzo estraneo alla nostra cultura una stabilità emotiva e di pensiero.
Ma seriamente, in che razza di società viviamo?

2 commenti:

  1. Viviamo nella società che ci costruiamo. Sono convinta che ciascuno di noi, senza grandi gesti, può fare qualcosa per cambiare il mondo. Io, oggi, ho fatto da traduttrice ad una coppia di turisti spauriti in stazione, davanti ad un ufficio informazioni in cui NESSUNO parlava una parola d'inglese. Ho cambiato il mondo? No. Ma ho contribuito a far in modo che quei due poveracci si godessero la vacanza senza contrattempi, ritardi, sanzioni e noie. Una piccola, piccolissima cosa, certo, ma almeno lei (e anche lui!) non ha pianto… he! He! He!

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    1. certamente! condivido pienamente quello che dici ed hai fatto benissimo...è esattamente così che dobbiamo comportarci credo che oltre ad una sorta di "dovere" sia anche un gran piacere per noi e per gli altri :)

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