Se la scorsa estate i 2000 metri non avevano aiutato, questa volta a metterci alla prova sono stati il freddo, la neve, il buio.
Prima dell'alba, alle 5.30, ritrovo nel piazzale davanti al rifugio, veloce riscaldamento e via di corsa. Al buio, con la strada illuminata solo dalle torce dei cellulari o delle torce portate da qualche persona lungimirante. Percorso illuminato a tratti, freddo, fatica. Bello.
Non è stato facile nemmeno la mattina dopo con un leggero strato di neve presto trasformato in ghiaccio sul quale la suola delle Feivue scivolava inesorabilmente. Non sono stati facili gli esercizi sul terreno scivoloso con il vento freddo in faccia tagliente e la neve. Non sono stati facili i mabu, gli addominali, i piegamenti, le trazioni ad oltranza.
Ma è stato facile divertirsi, capire, meditare, comprendere, empatizzare.
C'è sempre qualcosa di speciale in questi ritiri.
Mi fanno pensare alla Cina. Ogni minuto di fatica mi riportava a Dengfeng, alla Scuola.
5.30 della mattina. Oltre la luce il nulla. |
5.30 della mattina. Il gruppo pronto. |
Piega e calcio alle prime luci dell'alba. |
Secondo giorno. Neve e corsa. |
Gruppo. |