venerdì 12 agosto 2011
giovedì 4 agosto 2011
Di caos, partenze e simili.
Ho scoperto una cosa fantastica: riesco a creare un disordine organizzato. Altrimenti non si spiega come in 6.40 minuti io sia in grado di rendere casa ordinata ed accettabile ad altri esseri umani in visita alla mia umile dimora. Ovviamente senza utilizzare il metodo "stipamento nell'armadio" che implica poi il bisogno dell'intervento dell'unità cinofila alla riapertura del suddetto e della conseguente slavina.
Al di là di questa fantastica scoperta c'è il quotidiano impegno del crocettare i giorni sulla mia iCal per il conto alla rovescia per la partenza per la Cina ("crocettare" "per" quanti fattori "x" in questa frase!!).
Dicevo, la partenza. Sabato 13. Ormai manca un niente.
Sono pentita? Assolutamente no.
Sono spaventata? Assolutamente sì.
Ho due generi di paura.
Paura 1: riguarda l'incognita dell'esperienza e risponde a domande del tipo "riuscirò a reggere bene gli allenamenti?", "farò abbastanza attenzione alle varie condizioni igieniche?" e simili.
Paura 2: questa è quella paura bella, come quella prima della discussione della tesi, quella che ti fa capire che stai facendo una cosa che non farai tutti i giorni, che farai qualcosa di grande nel tuo piccolo. La laurea era qualcosa di grande per lo studio e, si suppone, per la mia vita in generale. Il viaggio in Cina è qualcosa di grande per molte cose: per la mia Pratica, per me perchè sarà mettermi alla prova sotto tanti aspetti compreso quello della responsabilità.
Insomma ho un po' paura all'idea di partire ma voglio partire.
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